la recensione del movie di Sebastian Silva



È disponibile in streaming su MUBI il nuovo movie del regista cileno, una satira irresistibile dell’idiozia che ci circonda (e che è anche dentro di noi) dove Roma di Cuaron si mescola sotto ketamina a Lo sconosciuto del lago di Guirodie.
La recensione di Federico Gironi.

A me i movie di Sebastián Silva sono sempre piaciuti molto. Certo, sono un privilegiato che ha avuto l’opportunità di goderne ai pageant, giacché finora in Italia non sono stati distribuiti (con l’eccezione della sua opera prima, La nana, uscito da noi col titolo opinabile di Affetti & dispetti).
Ora, grazie a MUBI, non solo c’è la possibilità di recuperare movie come Crystal Fairy & the Magical Cactus e Nasty Child, ma anche quella di vedere il suo nuovo Rotting within the Solar, che è una roba davvero sorprendente, e molto divertente.
Dei blurb è sempre bene diffidare, ma questa volta non ha torto quello utilizzato dalla piattaforma, che cita Bret Easton Ellis, per il quale Rotting within the Solar è “Come se Roma di Alfonso Cuaron fosse stato realizzato da John Waters nell’period di Feminine Bother”.

Ambientato a Città del Messico, a casa di Silva, con lo stesso Silva protagonista, Rotting within the Solar ci racconta di un Sebastián in crisi, depresso, quasi sempre fatto di ketamina, che compulsa il cellulare (come tutti noi) un po’ googlandosi, un po’ cercando informazioni per come meglio suicidarsi, un po’ perdendosi nello scroll infinito delle video-idiozie banali e volgari che la rete ci sbatte in gola quotidianamente, e che ingeriamo senza troppe ritrosie.
Spinto dall’amico/padrone di casa Mateo, Sebastián parte per una vacanza alla volta di una rinomata località balneare homosexual, dove per il Silva regista c’è la possibilità di iniziare a mettere in scena senza alcuna inibizioni organi sessuali maschili flaccidi e meno flaccidi, ed esplicite scene di sesso omosessuale, il tutto mentre il Sebastián protagonista, trainato dalla sua sperduta passività (no pun meant, I swear), entra in contatto con l’influencer Jordan Firstman, che lo travolge con il suo entusiasmo e una positività che è ovviamente antipodica alla filosofia suicida del nostro. Fatto sta che i due decidono di lavorare assieme (o perlomeno lo determine Jordan), e quando Sebastián torna a Città del Messico, e sembra essere sparito nel nulla, Jordan si preoccupa e inizia a indagare.

Ora. Il punto – centrale – è che noi lo sappiamo benissimo cosa è successo a Sebastián e perché è sparito: e il motivo per cui il riferimento a Roma di Cuaron fatto da Ellis è così centrato è che un ruolo fondamentale nell’intreccio lo gioca Vero, la signora che fa le pulizie di casa di Sebastián, niente affatto casualmente interpretata dalla meravigliosa Catalina Saavedra, che è poi la stessa che faceva la cameriera protagonista di La nana.
E nella vicenda “gialla”, se così la vogliamo chiamare, emerge anche una certa qual questione di classe.
Se pure Rotting within the Solar può essere considerato per certi versi un homicide mistery, lo è in maniera strampalata e ironica, in una maniera che mira solo a evidenziare l’assurdità, l’ipocrisia, l’opportunismo e la cretinaggine di quasi tutti i personaggi che popolano il movie. 
Giacché quello di Silva è un movie chiaramente satirico, caustico, spietato nei confronti del sé stesso artista, del suo ego, ma anche e soprattutto certi tic della comunità queer, e ovviamente l’intera comunità di influencer e pseudo-artisti che si offrono il nulla in cambio di visibilità (Jordan, per dire, più che dalla sparizione di Sebastián, è tormentato dal fatto che sia svanito senza dirgli nulla, e allora si chiede “perché non mi vuole bene”).
Impossibile, o quasi, non vedere poi in Rotting within the Solar anche il movie con quale Silva vira verso l’ironia pagliacciona e sotto ketamina molta dell’estetica dello Sconosciuto del lago di Alain Guiraudie, e in fondo anche parte delle sue tematiche.
Ma in fondo, Rotting within the Solar è uno sberleffo, irriverente e liberatorio, col quale Silva mette alla berlina l’idiozia: nostra, sua, dei nostri tempi, di tutti coloro i quali si sentono qualcosa, e a ben vedere non sono davvero nessuno.





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