Registro controcorrente
Fautore della libertà esistenziale non è un caso che il suo movie di debutto “In capo al mondo” del 1963 sia stato bocciato dai censori dell’epoca, che gli imposero di rigirare la pellicola da capo. Il movie narrava le gesta di un giovane anarchico che stentava advert integrarsi nella società con una insofferenza verso il potere. Per protesta Brass cambiò solo il nome del suo primo lungometraggio con “Chi lavora è perduto”. Per una decisione di anni il regista continua a firmare una serie di pellicole di vario genere da “Col cuore in gola” del 1967 a “La vacanza” del 1971 ultimo movie brassiano non incentrato sull’erotismo.
Deciso advert abbandonare il cinema “serio”, o “serioso” come cube lui, per dedicarsi al cinema erotico, è con la “La Chiave” del 1983, tratto dal romanzo omonimo dello scrittore giapponese Jun’ichirō Tanizaki, che Brass diventa il maestro del cinema erotico italiano, spostandosi poi sempre più verso una trattazione sempre più disinvolta dei tabù dell’erotismo. Nel solid un’indimenticabile Stefania Sandrelli.
Questa pellicola, che ebbe un buon successo di pubblico e di critica, fece entrare il regista nell’olimpo di questo genere cinematografico, rendendo però molto controversa la sua figura specialmente tra alcune femministe che gli rimproveravano una certa considerazione della donna come oggetto, e le classi sociali più tradizionaliste. Puntualmente accompagnati da un solo di scandalo escono poi “Miranda” (1985) con Serena Grandirivisitazione de “La locandiera” di Goldoni, e “Capriccio” (1987) con Francesca Dellara.
Dopo una pausa dal cinema erotico arriva “Paprika” (1991), che lancia Debora Capriolo, e “Così fan tutte” (1992) con l’esordiente Claudia Koll. Le piccanti discussioni e le roventi polemiche suscitate dai suoi lungometraggi contribuiscono a rendere famose le sue attrici protagoniste.
Sono gli anni di maggiore successo per il regista. A cominciare da “L’uomo che guarda” (1994), liberamente tratto da un romanzo di Alberto Moravia, l’interesse del pubblico per i suoi movie sembra invece scemare. Segue la commedia erotica autobiografica “Fermo posta Tinto Brass” (1995) in cui è anche attore are available in molti dei suoi movie, “Monella” (1998) dove si riprendono parti dello script di “Il macellaio e la fornaia”, “Tra( sgre)dire” (2000) e “Senso ’45” (2002) con Anna Galena, rilettura in chiave erotica, ambientata a Venezia nel 1945, del racconto di Camillo Boito “Senso”, da cui Luchino Visconti aveva tratto nel 1954 l’omonimo movie.
A 70 anni gira “Fallo!” (2003), movie a episodi d’ispirazione boccaccesca che in quanto a trama non si differenzia molto dagli altri. Il successivo “Monamour” del 2005 esce direttamente in DVD l’anno successivo. Nel 2013 viene proiettato alla 70ª Mostra del Cinema di Venezia il documentario “Istintobrass”, realizzato dal suo storico collaboratore Massimiliano Zanin.
Le muse di Brass
Dalla Sandrelli passando per Claudia Koll, Anna Ammirati, Anna Galiena, Deborah Caprioglioe poi Francesca Dellera, Serena Grandi, Brass ha lanciato nell’Olimpo delle star del cinema erotico molte attiche. Delle sue “donne” ha sempre prediletto il lato B, condizione quasi essenziale per entrare di diritto in un suo movie. Ed è così che il regista ha lanciato Anna Ammirati e Claudia Koll, tra le altre, famose per la loro conturbante bellezza. Sensuali e bellissime, ma anche misteriose ed eleganti: le muse di Tinto sono donne molto various fra loro, unite da una femminilità spiccata, da una grande forza e voglia di libertà.
Di alcune di loro, al Corriere di Venezia, il regista ha detto: “Anna Ammirati. Bravissima. Ha detto che verrà presto a trovarmi, non mi ha mai rinnegato. Mi ha sempre amato. Stefania Sandrelli. Grandissima attrice. Per La Chiave mi proposero Sandrelli che period un po’ dimenticata. Con me è stata bravissima. È venuta poco tempo fa, è stato un pomeriggio emozionante. Debora Caprioglio. Ho litigato con la mia prima moglie per lei. Period molto calorosa e simpatica. E libera, molto libera. Anna Galena. Non mi ha amato. Nel primo giorno di riprese, alla effective della prima scena io le ho messo le mani sul seno, le mi ha fulminato. Il movie è andato avanti lo stesso, ma il rapporto non ha funzionato. Eppure period stata lei a proporsi”.
La prima moglie
Carla Cipriani, sorella di Arrigo Cipriani, il patron del marchio veneziano della ristorazione divenuto celebre nel mondo, è stata non solo moglie ma anche collaboratrice di tutta una vita per Tinto Brass. Il loro matrimonio è durato più di quarant’anni e insieme hanno avuto due figli Bonifacio e Beatrice. I due si sono sposati a Venezia nel 1957. Un sodalizio non solo affettivo: col regista veneziano Carla ha condiviso le sorti già dagli inizi della carriera, da quando cioè Tinto Brass period partito per Parigi lavorando per alcuni anni nella fototeca della Cinémathèque française. Sono anni in cui la coppia frequenta registi, attori e fotografi vengono Henri Cartier-Bresson, Jean Renoir, Roberto Rossellini.
Col marito ha lavorato ai soggetti e alle sceneggiature di molti movie, dal famoso “Miranda” del 1985 a “Mon amour” del 2005. E’ morta nel 2006 a Merano. “Le devo tutto, non solo 50 anni di felicità, perché da tanto ci conoscevamo, ma anche il sostegno continuo nel lavoro. Per me aveva lasciato gli interessi e le attività di famiglia”, ha detto il regista Tinto Brass, aggiungendo come tutti gli amici chiamavano la moglie “Tinta”.