Pecci, nome d'arte di Pietro Ceppi, classe '95 della provincia Brianzola, con la passione per la musica in casa (mamma chitarra, papà tromba, fratello ex violinista) pubblica Chaos, già online e con un videoclip autoprodotto.
Chaos è un brano che punta ad entrare nei club senza passare dal via; sezioni rappate e cantate su una base piano, batteria e bassone anni novanta. “Questo pezzo" -afferma Pecci- "è nato da una brutta reazione ad un brano di Lizzo feat Missy Elliott. La strofa di Missy inizia con 8 versi che rimano con l'onomatopea GRR. All'inizio non l'ho presa bene per niente, ma nei giorni successivi l'ho presa come sfida e come esercizio di stile". Nel videoclip ufficiale, girato con Ortica Studio, l'allegoria del gioco d'azzardo accompagna la tematica del Chaos e ci porta in questo spazio non-spazio dove Pecci interpreta il dealer e il tavolo da gioco, dichiarandosi come superpartes e vincitore rispetto agli altri personaggi in balia del caso.
Come hai affrontato l'ultimo anno di pandemia senza concerti live?
Durante il primo lock down, non lavorando mi sono chiuso in studio a produrre un beat al giorno, certi giorni anche due. Nel tempo restante per ammazzare la concentrazione leggevo, guardavo film e andavo a correre. Dopo un anno di clausura ho fatto un censimento dei beat buoni e di quelli da scartare e su 150 ne ho trovati 55 buoni di cui 8 canzoni già concluse e pronte.
Hai quindi altro da pubblicare?
Ho un sacco di materiale parcheggiato di tutti i generi, perc questo, conto di pubblicare i pezzi migliori e di trovare concerti, ora che sarà possibile. Ho delle date ferme da un anno tra la Calabria, Roma e Milano e spero di riuscire finalmente ad esibirmi dal vivo, che è la mia unica ragione di vita. Quando hai iniziato a fare musica? Prima band, primo amore i “Random” a 15 anni come cantante e autore. Da ragazzino volevo urlare come Phil Anselmo e lo facevo, con generi punk-rock-metal. Sciolta la mia prima band tre anni più tardi ho iniziato un'odissea tra più di dieci formazioni diverse con i nomi più assurdi e di tutti i generi, fino a quando ho scritto il mio primo inedito da solista con un ukulele, arrangiato poi da Andrea Orsenigo degli MSTR.
Hai partecipato a Castrocaro in passato.
Si con "Il Sole Nel Taschino" ho partecipato al Festival di Castrocaro arrivando in semifinale a 19 anni. Questo evento mi ha portato poi a credere in me abbastanza da lavorare e studiare Musica.
La musica è il tuo primo lavoro?
Ho lavorato in pizzerie, ristoranti, bar, parcheggiato auto in un deposito, potato siepi, piantato alberi e restaurato mobili, ma dopo il primo lockdown mi sono dovuto reinventare. Al momento sono apprendista restauratore, insegnante di canto e beatmaker di un po' di artisti tra Milano, Bergamo e Firenze, tutti molto promettenti. Vivo a Milano in una fabbrica riadattata a villaggio di loft dove vivono anche gli altri membri del mio team: videomaker, attori, sarti, grafici e musicisti. Questo ambiente mi sta permettendo di lavorare molto negli ultimi mesi e soprattutto con un focus di squadra.
Parlaci del presente dei brani che stanno per uscire dal cantiere.
Chaos fa parte di una trilogia con Armageddon (Anastasia) e Narcolettico. Nel primo (tesi) dirigo la mia energia con autodeterminazione e sicurezza mentre nel secondo (antitesi) sono in balia di un amore Platonico, nel terzo (sintesi) mi accorgo che erano due situazione oniriche opposte. Una positiva e una negativa, entrambe causate dalla mia Narcolessia di cui soffrivo in periodo adolescenziale.
Ti ispiri a qualcuno per la tua arte?
Negli ultimi anni i miei spiriti guida sono stati sicuramente Michael Jackson, Anderson Paak, Kendrick Lamar, Masego, FKJ, i NAVA, muut, Suorcristona, Venerus e Generic Animal. Fun facts: i miei primi 3 cd ricevuti in regalo quando avevo dieci anni sono stati: Illusioni Parallele dei Tiromancino, The Trinity di Sean Paul e American Idiot dei Green Day. Tre generi quasi complementari tra loro e li rivedo molto in come poi mi sono evoluto. Non voglio incasellarmi in un genere, preferisco cercarmi.
Passato e presente ce li abbiamo. Progetti futuri?
Io e il mio team ci sentiamo già un'etichetta: videomaker, attori, grafici, coregrafa, make up artist e sarta. Sono tutti amici conosciuti negli anni tra concerti e accademie. Ci tengo molto all'aspetto visivo del progetto perchè il mio sogno finale è riuscire a studiare sceneggiatura a Roma, ho sempre avuto una passione per il cinema, soprattutto Italiano, ma ho un po' di obiettivi più vicini prima di potermi dedicare a quello con tutte le mie forze.